2020_6_Rivista OPAM_Ottobre 2020

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Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo Ottobre 2020 N° 6 Anno XXXXVIII

Foto Bhuwan Purohit

TUTTI A SCUOLA PER IMPARARE a ballare sotto la pioggia


Editoriale

BALLANDO SOTTO LA PIOGGIA di Don Robert KASEREKA NGONGI

opam Ottobre 2020

“Sei mesi senza mettere piede nella mia scuola!!! Mai avrei pensato di poter vivere questa esperienza che ha segnato la scuola italiana in tutta la sua intensità e anche drammaticità. Anche ai tanti alunni, genitori e docenti che sognano le vacanze, questo periodo di chiusura forzata ha permesso di riflettere sull’importanza e il valore dell’andare a scuola tutti i giorni. Non che questo non fosse già noto a tutti, ma credo che in tanti abbiamo imparato ancora una volta ad apprezzare ciò che, da un momento all’altro, non abbiamo più avuto. O meglio, abbiamo dovuto rassegnarci a non sentire i suoni ben conosciuti: la campanella, le voci degli alunni, le giustificazioni, i rimproveri, le lamentele. Ci è mancato persino il materiale e l’arredo scolastico, di cui ci siamo lamentati fino al giorno prima della chiusura. In cambio abbiamo imparato (soprattutto io che sono ignorante in informatica) a utilizzare computer, connessioni e piattaforme, dando fondo a tutta la nostra inventiva e creatività. E NON È STATO PER NIENTE FACILE…!!! Finalmente a settembre è arrivato il nuovo anno scolastico e l’inizio di un’altra avventura. Saremo tutti a scuola, ma separati, con distanziamento, mascherine, gel, visiere. Tutti fermi e immobili al proprio posto; nessuno potrà essere consolato, incoraggiato con un abbraccio, una carezza, una pacca sulla spalla. Dovremo seguire rigide regole e drastici protocolli per difendere la nostra salute, per evitare il contagio. E NON È PER NIENTE FACILE…!!! Sembra proprio la cronaca di una esperienza più paurosa dell’altra!!! Ma io, nonostante tutto, credo che “la vita non è aspettare che passi la tempesta… ma imparare a ballare sotto la pioggia…” come suggerisce Gandhi. Sarà impegnativo lavorare con tutte le limitazioni, ma finalmente siamo a scuola!!! Sarà dolorosissimo non avvicinarsi agli alunni, ma finalmente siamo a scuola!!! Sarà tristissimo non coccolare i più piccoli, ma finalmente siamo a scuola!!! Sarà problematico spiegare dalla cattedra, ma finalmente siamo a scuola!!! Non so quanto resisterò, ma ora sono a scuola!!! E non dimenticate: ci vediamo tutti a scuola per imparare a ballare sotto la pioggia!!! Maestra Elvira

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on la pandemia di Covid-19, il modo di fare scuola non è più lo stesso. Andare a lezione e trascorrere una giornata con una maschera sul viso non è piacevole. Bisogna imparare a convivere con l'ansia del domani: la scuola è aperta? State tutti bene? Qualcuno ha sintomi o è positivo? Le chat di genitori, insegnanti e ragazzi saranno in modalità “sta scrivendo… “ 24 ore su 24. Tuttavia, una volta che il virus sarà scomparso, la pandemia avrà cambiato, forse per sempre, il sistema educativo più di quanto finora non abbiano fatto le diverse riforme e le linee guida che si sono susseguite negli anni. Prendiamo ad esempio i compiti a casa ritenuti da sempre un importante strumento di apprendimento. Durante il

confinamento, si è compreso che il coinvolgimento delle famiglie nel seguire i figli nello studio non è uguale per tutti. Un abisso separa le famiglie con basso livello economico e di istruzione da quelle che hanno le risorse per aiutare i propri figli nello studio fino a sostituirsi a loro nell’esecuzione dei compiti. Pertanto sarà necessario ripensare al peso che lo studio personale deve avere e fornire gli strumenti necessari affinché la scuola sia inclusiva e offra a tutti pari opportunità. La riluttanza da parte di molti insegnanti verso le nuove tecnologie informatiche e multimediali è stata superata dalla necessità di garantire il proseguimento dell’attività didattica nonostante il lockdown. Così molti di loro, come la nostra


Editoriale ad una sfida. Affinché queste esperienze non si riducano al ricordo di un tempo difficile, da cancellare in fretta, è necessario che i leaders politici le valorizzino stanziando risorse umane e materiali laddove è necessario e urgente. Per i Paesi più poveri del Sud del Mondo, la sfida ad occuparsi dell'educazione dei giovani in questo momento di crisi globale richiede una risposta urgente, perché la riapertura delle scuole rappresenta una vera emergenza umanitaria. Lì dove possedere un libro di testo personale è un lusso e la didattica a distanza è impossibile, lì dove la miseria accresciuta dal lockdown ha vertiginosamente fatto aumentare il numero di bambini di strada e lavoratori, bisogna intervenire immediatamente per riportare a scuola tutti e restituire l’infanzia a tanti bambini e il futuro a tante popolazioni. Sarà un anno difficile per tutti ma ha ragione la maestra Elvira: la lezione più importante che siamo chiamati ad apprendere è quella di imparare a danzare sotto la pioggia per sconfiggere insieme non solo la pandemia di Coronavirus ma anche quella più devastante dell’indifferenza e dell’egoismo, una lezione senza la quale sarà impossibile combattere anche il Covid-19. Insieme possiamo farcela.

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maestra Elvira, si sono messi in gioco e, da autodidatti o con l’aiuto di colleghi più esperti, hanno iniziato a formarsi all'utilizzo di questi strumenti che sono entrati in modo ufficiale nelle competenze necessarie nell’ambito pedagogico e didattico. L’esigenza di colmare il digital gap fra educatori (insegnanti, genitori) e i nativi digitali, che rappresentava già prima del lockdown una vera emergenza educativa, è emersa in tutta la sua immensa portata. Entrare in quel mondo virtuale nel quale i nostri bambini e giovani sono immersi, significa trovare di nuovo una lingua perché generazioni diverse possano ricominciare a comunicare e arricchirsi reciprocamente. Inoltre, permette a quanti si occupano di educazione di conoscere le potenzialità pedagogiche di certi strumenti, aiutare i giovani ad orientarsi nella complessità delle informazioni e a difendersi dalle insidie che vi sono nascoste. E’ ora evidente che molto c’è da fare per formare insegnanti e genitori in questo campo, dotare le scuole e i ragazzi di strumenti informatici oltre che di libri di testo. Ma durante il lockdown è anche emerso con forza che computer e cellulari non sostituiranno mai gli insegnanti. Lo spiega bene la maestra Elvira e lo hanno espresso i 500 partecipanti all’iniziativa OPAM “Mi manca la scuola”: gli alunni hanno sofferto non solo per la scomparsa delle lezioni in presenza e le difficoltà personali o istituzionali a seguire la didattica a distanza, ma per tutti, indipendentemente dall'età e dalle condizioni di vita, la sofferenza più grande è stata la rinuncia alla vita scolastica stessa. La paura di perdere tempo e di veder diminuire la propria preparazione non pesava quanto la nostalgia della vita sociale, delle relazioni con i coetanei e con gli insegnanti, dimensione essenziale dell'esperienza scolastica. Queste relazioni verticali e orizzontali rappresentano il cuore dell'educazione, e sono fatte non solo di parole ma di gesti, sguardi, profumi, rituali, giochi, sensazioni, emozioni… indispensabili nella formazione di persone capaci di comprendere il mondo e la storia, interagire con gli altri per costruire un futuro migliore per tutti. La socializzazione è uno dei motivi principali per tornare a scuola in presenza e tornare a vivere insieme amicizie, passioni, conflitti, paure, speranze, delusioni, difficoltà, sogni.... Ma possiamo anche imparare una lezione politica dalla pandemia. Insegnanti, scuole e famiglie si sono uniti in un’alleanza educativa come mai prima d'ora, sentendo in modo forte la responsabilità personale e la necessità di fare la propria parte per affrontare l’emergenza che si era venuta a creare, attivando risorse personali e comunitarie che non sarebbero mai emerse come conseguenza di un dictat governativo. Hanno usato strumenti nuovi, si sono presi cura di cercare e seguire gli studenti più fragili che rischiavano di abbandonare la scuola, elevata è stata la collaborazione fra docenti, famiglie, alunni. È davvero una grande lezione che ci fa capire che i grandi cambiamenti, le rivoluzioni, non sempre vengono imposti dall’alto ma emergono dal basso mossi dal dinamismo e dalla mobilitazione di quanti si trovano di fronte

3 foto: Bhuwan Purohit


Progetto 2218

Rep. Dem del Congo

Perché le bambine ritornino a scuola Luogo: Mungombe Scuola: primaria Tipologia: materiale scolastico Beneficiari diretti: 75 bambine Partner locale: Diocesi di Uvira

Contributo richiesto: € 2.630

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CONTESTO. L’Est della Rep. Democratica del Congo da molti, troppi anni ormai sta vivendo una situazione drammatica. L’abbondanza di risorse minerarie di cui questo territorio è ricco (diamanti, coltan, cobalto...) è alla base delle continue violenze e guerre che hanno inondato di sangue e miseria questo territorio. Oltre 100 diverse milizie di ribelli cercano di appropriarsi di queste terre, seminando terrore, distruggendo villaggi, uccidendo innocenti e facendo della violenza contro le donne una vera e propria arma bellica. Senza considerare che l’esercito regolare del Paese in molti casi si è reso complice di tali misfatti piuttosto che proteggere la popolazione. Di fronte a questo drammatico scenario che continua a causare migliaia di morti e un numero elevatissimo di sfollati interni e rifugiati in altri Paesi, la comunità internazionale a tutt’oggi non riesce ad intervenire in modo efficace e la gente continua il suo calvario sotto lo sguardo indifferente del mondo. La Diocesi di Uvira si trova in questo inferno nel Sud Kivu. In queste condizioni l’analfabetismo continua a crescere insieme con l’insicurezza e la miseria, soprattutto fra le donne e le bambine che ne sono le principali vittime: gravidanze precoci, traumi legati a stupri di massa e l’emarginazione sociale di quante hanno subito violenza fanno il resto.

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far fronte a tutte le spese, così saranno molti i bambini, e soprattutto le bambine che non potranno andare a scuola perché le famiglie non sono in grado di dare anche il minimo contributo richiesto. Desideriamo dunque presentarvi una piccola richiesta per assicurare la fornitura scolastica (zainetti, materiali di cancelleria, uniformi) che permetterà a 75 bambine poverissime della Scuola Primaria di Mungombe (un villaggio a 135 Km da Uvira) di tornare a scuola. L’apertura del nuovo anno scolastico è prevista per il 12 ottobre. L’istruzione e un’educazione di qualità per queste bambine sono l’unica ancora di salvezza nella catastrofe umanitaria che stiamo vivendo. Vi ringraziamo anticipatamente.”

PROGETTO. In questa situazione, favorire l’istruzione della bambine rappresenta un’urgenza per proteggerle dalla violenza e curare le ferite pesanti che portano nei loro corpi e nelle loro anime. Purtroppo la povertà delle famiglie e i pregiudizi sociali continuano a perpetuare la loro esclusione dalla possibilità di veder riconosciuto il loro diritto all’istruzione. Ci scrive Padre Patient Wilela, Coordinatore delle Opere Missionarie della Diocesi di Uvira: “Carissimi, ci rivolgiamo a voi perché abbiamo bisogno urgente del vostro aiuto. La pandemia del Covid -19 ha aggravato le già drammatiche condizioni della nostra popolazione. In ottobre riapriranno le scuole molte delle quali a carico della Diocesi e siamo preoccupati perché, senza un sostegno economico, non abbiamo le risorse per Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.


Progetto 2219

Rep. Dem. del Congo

Ampliare la scuola è un’emergenza Luogo: Kinshasa Scuola: primaria Tipologia: Edilizia scolastica Beneficiari diretti: 30 bambini Partner locale: Suore Serve di Maria di Boma

Contributo richiesto: € 11.000

rici molto poveri. In particolare abbiamo una scuola al confine fra i comuni di Kisenso e Matete, l’Istituto Scolastico “Grace Divine”, che al momento assicura l’intero ciclo di scuola materna e le prime quattro classi di scuola primaria per un totale di 450 alunni. La scuola sta crescendo insieme con il numero dei ragazzi che la frequentano ed è diventato urgente costruire nuove aule per garantire l’intero ciclo primario che, secondo la recente riforma, arriva fino alla 7a classe. Per costruire un’aula e arredarla occorrono 11.700 €. La comunità locale può contribuire con un importo di 700 €. Ci rivolgiamo con fiducia a voi e chiediamo il vostro aiuto per iniziare l’ampliamento della nostra scuola che la recente pandemia ha reso ancora più urgente.”

PROGETTO. Il 12 ottobre riapriranno le scuole e se le strutture erano insufficienti prima lo sono ancor di più ora che il ritorno in classe impone nuove regole di sicurezza. Il sovraffollamento per la mancanza di strutture e l’impossibilità di sostenere gli stipendi di più insegnanti rischiano di ostacolare drammaticamente la ripresa del funzionamento di molte scuole. Ci scrive Sr. Esperance Kibinda Muanda, responsabile del progetto: “L’educazione per noi Suore Serve di Maria di Boma è da sempre una priorità. A Kinshasa ci occupiamo dell’educazione dei ragazzi di due quartieri perifePer sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Kinshasa, capitale della Rep. Democratica del Congo, è una megalopoli di oltre 12 milioni di abitanti in maggioranza giovani e bambini. L’emigrazione forzata dalle zone rurali, le numerose situazioni di guerra e insicurezza hanno fatto crescere questa città in pochi anni e con essa la miseria e la precarietà della vita. Le scuole non sono sufficienti per tutti gli aventi diritto e la incapacità del governo di assicurare una reale gratuità all’istruzione, unita alla carenza di strutture e risorse umane sono alla base dei casi di evasione e abbandono scolastico. Gran parte delle scuole sono affidate dal governo alla chiesa cattolica (60%) e ad altre confessioni religiose. Oltre a queste scuole convenzionate, a causa della pessima qualità dell’insegnamento delle scuole governative, fioriscono numerose scuole private inaccessibili a gran parte della popolazione che vive sotto la soglia di povertà. Tutto ciò non fa che incrementare il numero di bambini e ragazzi di strada che costituiscono una vera e propria città nella città. A causa della pandemia di Covid_19 e la conseguente crisi economica, questo esercito di piccoli vagabondi si è accresciuto di tutti quei ragazzi che, non andando più a scuola, dove scuola significa anche cibo, cure mediche e dignità, sono stati costretti ad arrangiarsi per trovare il modo di aiutare le famiglie a sopravvivere.

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Progetto 2220

Togo

Un pasto per i bambini di Tchébébé Luogo: Tchébébé Scuola: primaria Tipologia: refezione scolastica Beneficiari diretti: 100 bambini Partner locale: Suore Mariste

Contributo richiesto: € 7.200

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CONTESTO. Tchébébé è un villaggio della Regione centrale del Togo che sorge in una zona di savana arborea nella provincia di Sotouboua. A causa dei cambiamenti climatici, il suo territorio sta progressivamente desertificandosi. L’attività agricola (mais, palma da olio e caffè), principale occupazione della popolazione, sta cedendo il posto ad un’agricoltura di sussistenza e la povertà delle famiglie continua a crescere in modo drammatico, con gravi conseguenze soprattutto in campo sanitario ed educativo visto che la gratuità, in questi ambiti, non è assicurata dallo Stato.

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PROGETTO. In Togo la scuola è obbligatoria sin dalla materna e, sebbene sulla carta sia gratuita, le famiglie, per assicurare l’istruzione ai propri figli, devono versare un contributo che varia da villaggio a villaggio. La frequenza alla scuola primaria è dell’80% ma alla secondaria scende al 43%. Tuttavia, per ridurre i costi le scuole pubbliche hanno classi sovraffollate, pochi insegnanti spesso non qualificati e totale mancanza di materiale scolastico. Ne deriva che gran parte dei bambini che vanno a scuola terminano il ciclo primario con enormi lacune quando non abbandonano la scuola dopo uno o due anni di frequenza. Per arginare questa situazione le Suore Mariste, nei 22 anni di presenza nella Diocesi di Sokodé, hanno avviato diverse scuole per assicurare un’educazione di qualità ai bambini delle famiglie più povere senza distinzione di etnia e religione. Fra queste c’è l’Istituto Pietro Micossi di Tchébébé che accoglie oggi 620 alunni dalla scuola dell’infanzia al liceo. La direttrice della scuola, Sr. Julienne Bassoliwena, e Sr. Rita Avesani, missionaria veronese da molti anni in questa missione, lanciano un grido di aiuto: “A causa della pandemia la scuola è stata chiusa per tutti questi mesi come nel resto del Paese. Ha riaperto a settembre per permettere agli alunni delle classi terminali di sostenere gli esami di diploma. Il 23 ottobre la scuola riaprirà per tutti con notevoli difficoltà. La crisi economica conseguente alla pandemia ha aggravato la mi-

seria della nostra gente. Ci sono famiglie che non riescono neppure a garantire un’alimentazione adeguata ai loro bambini. Assicurare un pasto completo a scuola per questi piccoli è urgente sia per arginare la malnutrizione e le sue conseguenze sia per favorire il loro reinserimento scolastico. Finora siamo riusciti a trovare un sostegno per la mensa della scuola materna, mentre non abbiamo fondi per gli alunni della primaria e per i più grandi. Ci rivolgiamo a voi con fiducia per assicurare la refezione almeno a 100 bambini della scuola primaria. Il costo di ogni pasto è di 0,40 € per un totale di 7.200 € per l’intero anno scolastico. Non lasciateci soli. La scuola, in mezzo a tanta povertà, è l’unica ancora di salvezza per il presente e il futuro di intere generazioni. Il Signore vi ricompensi!”

Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.


Progetto 2221

India

Dalit a scuola: emergenza nell’emergenza Luogo: Darsi Scuola: primaria e secondaria Tipologia: sostegno scolastico Beneficiari diretti: 40 bambini Partner locale: Gesuiti dell’Andra Pradesh

Contributo richiesto: € 9.000

bini che prima ospitavamo ora tornano a casa dopo aver frequentato la scuola. Ma l’impegno per sostenere le spese per la loro sopravvivenza, la loro salute e la loro educazione, invece di diminuire, aumenta sia perché è cresciuto il numero di chi si trova in condizioni disperate sia perché i prezzi sono saliti. Chiediamo alla generosità dei benefattori dell’OPAM di aiutarci a mantenere agli studi almeno 40 bambini per un anno, con un contributo di 225 € per ogni bambino. Con il vostro sostegno sarà possibile provvedere alla loro alimentazione, alla loro igiene e salute, e sostenere le spese scolastiche (materiale didattico, stipendi agli insegnanti, formazione a distanza). Contiamo sulla vostra comprensione e tempestiva collaborazione per non interrompere per sempre la possibilità di assicurare un’educazione a tanti bambini”.

PROGETTO. La richiesta di sostegno a questo progetto ci giunge da p. Elango Arulanandam, Direttore del Settore Sviluppo della Provincia dei Gesuiti dell’Andhra Pradesh. “La situazione per il Covid-19 qui in India scrive p. Elango - ha assunto dimensioni impressionanti con migliaia di morti e i numeri dei contagi che continuano a salire, giorno dopo giorno. Inoltre la crisi economica sta aggravando drammaticamente le immense disparità sociali esistenti e quelli che non muoiono per il coronavirus rischiano di morire di fame e di altre malattie. Le scuole hanno riaperto con immense difficoltà il 21 settembre, e, per motivi di distanziamento, ci è stato imposto di alternare per gruppi le lezioni in presenza e le lezioni on line… ma i costi per dare gli strumenti necessari a tutti sono enormi. Le famiglie di lavoratori migranti non hanno potuto lavorare con conseguenze catastrofiche, inoltre i bambini non possono risiedere negli ostelli che al momento non possiamo riaprire. Questo significa che oltre 500 bamPer sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Darsi è una città del distretto di Prakasam, nello stato indiano dell’Andra Pradesh. La sua popolazione è di circa 33.418 abitanti, in massima parte costituita da contadini dalit e fuoricasta che vivono della misera paga giornaliera. Dal 1993 i Gesuiti si occupano dell’educazione dei bambini Dalit di questa zona dove la scolarizzazione è resa difficile dalla povertà e dagli spostamenti delle famiglie che da marzo a ottobre vanno in cerca di lavoro nelle piantagioni di tutto lo stato. In questi mesi i bambini restano a casa con i nonni, o seguono i genitori nelle loro migrazioni perdendo la possibilità di andare a scuola. I maschi dai 13 anni in su lavorano con i genitori, le bambine si occupano dei fratelli più piccoli. A Darsi i Gesuiti, per assicurare la scolarizzazione di questi piccoli, gestiscono la ”St. Xavier’s High School”, una scuola che oggi ha l’intero ciclo primario e secondario con la possibilità di residenza negli annessi ostelli.

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Testimonianza adozioni

SOS dai Centri Adozione Vi trasmettiamo alcune delle notizie che arrivano dai Centri Adozione. Pubblichiamo quelle inviate da Suor Elvira Tutolo dalla Repubblica Centrafricana e da Suor Rosanna Favero dalle Filippine. Anche in questi Paesi, come in quasi tutto il mondo, le scuole sono rimaste chiuse e le ripercussioni sull’educazione dei ragazzi sono drammatiche più che altrove. Da qui il nostro appello e la nostra preghiera: diamo una mano a tutti i nostri Centri perché possano continuare a prendersi cura dei ragazzi, a garantire in qualche modo la loro educazione affinché alla riapertura delle scuole non manchi nessuno all'appello.

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NOTIZIE DEI KISITO DI BERBERATI

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arissimi Amici dell’OPAM, vi scrivo come sempre con sentimenti di infinita gratitudine e spero che siate riusciti a prendervi qualche momento di riposo questa estate. Qui siamo in piena, anzi pienissima, stagione delle piogge. E questo vuol dire che piove proprio tutti i giorni! Anche se mi trovo a Bangui ricevo puntualmente ogni sera il resoconto della giornata e di tutto quanto accade a Berberati. Ogni tanto poi, con l’autorizzazione dei miei Superiori, posso andare a trovare le famiglie, i bambini e anche i ragazzi che risiedono al Centro Agricolo di Wo-

toro (7 Km da Berberati) per rendermi conto di persona di come vanno le cose. E con grande gioia posso dirvi che vanno avanti bene anche senza la mia presenza costante: il progetto Kizito prosegue al meglio, l’unico problema è quello finanziario. Gli educatori e le famiglie ci mettono tanta passione e il massimo impegno ma è molto difficile avere sostegni economici qui nel Paese. Come vedete dalle foto il raccolto a Wotoro è stato abbondante e, in attesa di riprendere ufficialmente le lezioni, le aule sono utilizzate per depositare il mais, pesarlo e insaccarlo: preziose lezioni di matematica informale… Per quanto riguarda la scuola, c’è stata l’interruzione


Testimonianza adozioni bussano alla sua porta, soprattutto in questo particolare momento. Ho riflettuto molto e durante l’ultimo mio soggiorno a Berberati ho incontrato le famiglie che accolgono i ragazzi Kizito informandole chiaramente sulle difficoltà di finanziamento. Ho detto loro di «dimenticare» la scuola privata, dono dell’Opam per tanti anni, e di iscrivere tutti i figli (naturali e accolti) alle scuole dello Stato. Anche se con dolore (perché solo le scuole private assicurano un’educazione di qualità!), sono stata molto ferma in questa decisione tenendo anche conto del fatto che il progetto include i costi per i 12 Koto Kizito, i loro figli grandi, che si trovano qui a Bangui per i corsi universitari. Dipendono interamente da me e senza il vostro aiuto non potranno terminare gli studi. I bambini del gruppo di Berberati sono 45/50, i ragazzi dei corsi universitari 11 o 12, vi saprò dire il numero preciso soltanto dopo gli esami. Vi terrò aggiornati! Vi rinnovo la mia immensa gratitudine e quella delle famiglie. Con la speranza che possiate continuare a sostenerci, vi mando un grandissimo abbraccio fraterno. Suor Elvira Tutolo

Con gioia segnaliamo la pubblicazione del libro «L’Africa nel Cuore» di Antonella Salvatore che racconta la vita di Suor Elvira a Berberati, le sue giornate con le famiglie Kizito, del suo desiderio di aiutare chi è in difficoltà, della voglia di riscattare il mondo e cambiarlo. Per il momento è acquistabile solo on line nel sito della casa editrice: https://www.gruppoalbatros.com/prodotti/lafricanel-cuore-antonella-salvatore

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delle lezioni da marzo a giugno a causa dell’arrivo del Covid-19. Ad oggi è ancora difficile avere dati certi, si parla di circa 4.000 casi in tutto il Paese con 70 decessi. Vero? Non vero? Certamente il caldo intenso nei mesi da gennaio a maggio deve aver aiutato e «frenato» un po’ la diffusione. Da metà luglio, le scuole sono state riaperte solo per gli alunni in classi di esami, ovvero fine elementari, fine medie e fine liceo. Per settembre sono previsti gli esami, una decisione presa per «non perdere l’anno scolastico» anche se in realtà è ormai perso dopo 4 mesi di interruzione. Così il livello di apprendimento e di preparazione scende sempre più in basso e questo è drammatico, con le conseguenze che potete ben immaginare! Con le piogge, i bambini ma anche i più grandi si trovano in grandissimo disagio. Normalmente a luglio e agosto tutti vanno nei campi per aiutare i genitori nella raccolta di un po’ di arachidi e di mais. Ma qui a Bangui molti quartieri sono inondati. Sono consapevole delle difficoltà che stanno affrontando l’Italia e il mondo intero, delle difficoltà dell’OPAM a trovare i fondi necessari a sostegno delle tante realtà che

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Testimonianza adozioni

LA SCUOLA AL TEMPO DEL COVID NELLE FILIPPINE

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arissimi, saluti di pace! L’anno scolastico 2019-2020 passerà alla storia come un anno speciale, dove gli esami finali sono stati sostituiti dalla valutazione del rendimento scolastico generale, dove sono state cancellate le attese celebrazioni per la consegna di diplomi e attestati di merito. Un anno scolastico terminato all’improvviso senza avere il tempo di salutare e ringraziare insegnanti e compagni di classe, senza poter fare programmi per il tempo estivo e per l’anno futuro. Si è sperato di poter tornare a scuola, tuttavia l’aumento dei contagi, che oggi sono più di 136.000, ha cancellato questa speranza e chiesto da parte di tutti maggior impegno, disciplina, prudenza e sacrificio. Il Ministero dell’Istruzione aveva annunciato che il 24 Agosto sarebbe iniziato il nuovo anno scolastico, non a scuola ma rimanendo nelle proprie case e, con modalità differenti a seconda dei luoghi delle risorse locali, sarà applicato l’insegnamento a distanza, online. Questo non è un compito facile, le nostre suore impegnate

nell’insegnamento e i nostri collaboratori insegnanti raccontano il faticoso lavoro di determinare modalità di comunicazione adatte al contesto e alla portata dei loro studenti. Seguendo le indicazioni del Ministero dell’Istruzione, sono stati preparati Moduli che sostituiscono le lezioni in classe, saranno in forma cartacea e verranno distribuiti periodicamente agli studenti, in forma virtuale con lezioni on-line attraverso zoom, google classroom, o tramite video, power point a seconda dei mezzi a disposizione dei ragazzi. Non sarà facile procedere con questo nuovo metodo e tutti speriamo che venga permessa presto la presenza fisica nella scuola. Gli stessi insegnanti hanno dovuto educarsi alle forme di tecnologia praticabili nei propri contesti e non sarà certo facile raggiungere gli obiettivi proposti soprattutto in aree dove il telefonino, quando c’è, resta l’unico strumento di collegamento virtuale per tutta la famiglia. Gli studenti hanno nostalgia della scuola, gli insegnanti esprimono timore di istruire ed educare in un contesto dove la componente relazione sarà ostacolata dalla distanza e da altre povertà, dove l’energia, la vitalità, la curiosità ed anche la dif-


Testimonianza adozioni ficoltà di apprendere non saranno percepite nei volti e gesti loro familiari. Un buon numero di genitori ha deciso di interrompere lo studio dei figli in attesa che riprenda la scuola “normale”. Da parte nostra incoraggiamo a continuare assicurando sostegno nei modi in cui ci sarà possibile, nei villaggi dove arriva internet saranno forniti dei computer e tablet per uso comune, nei villaggi remoti faremo arrivare il materiale di studio stampato che sarà consegnato dalla scuola a nostri collaboratori. Tuttavia, comprendiamo le loro incertezze e timori. In questi mesi i nostri ragazzi e famiglie hanno ricevuto il vostro sostegno attraverso pacchi alimentari, riso ed ora, in preparazione alla ripresa dello studio, stiamo consegnando il materiale scolastico adeguato alle nuove esigenze. Non è possibile radunare i ragazzi come negli anni precedenti, bisogna raggiungere i villaggi ed incontrare un numero limitato di famiglie e questo non è un disagio da poco. E’ stato preparato anche un kit anti Covid con disinfettanti, mascherine, medicinali e istruzioni per prevenire il contagio.

Oltre alla retta scolastica quest’anno è richiesto il contributo per il servizio internet, per il noleggio di laptop, tablet o per la stampa dei moduli. Non servono nuove uniformi, almeno finché non si ritorna sui banchi di scuola, e cerchiamo di sostituire a questi costi quelli per le nuove necessità. E’ un’esperienza nuova anche per noi, continuiamo a promuovere fiducia e favorire per tutti la possibilità di continuare lo studio. Comunque tutti gli adottati hanno ricevuto la promozione. Vi ringrazio sempre per il grande lavoro che fate, quest’anno anche per voi più difficile a causa dei tanti disagi sperimentati da un capo all’altro del mondo. Ti prego di trasmettere il nostro ringraziamento al Presidente Don Robert Kasereka Ngongi, ai collaboratori dell’OPAM e a tutti coloro che insieme a voi diventano per questi piccoli conforto, sostegno e speranza. Con gratitudine e preghiera. Un abbraccio! Suor Rosanna Favero

Pochi giorni dopo riceviamo una nuova e-mail da Suor Rosanna:

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“In Mindoro la situazione è peggiorata, sono aumentati i contagi e per questo è stata presa la decisione di dichiarare il lockdown per l’isola di San José ed in particolare a Mabini. Proibito uscire di casa fino al 7 ottobre. Dispiace perché le suore avevano iniziato a raggiungere villaggi e famiglie, si è dovuto sospendere tutto. Ma confidiamo sempre in tempi migliori. Comunque Santa Teresa e Natandol sono stati raggiunti più volte in questi tempi per portare i Moduli preparati per lo studio dei ragazzi. In Myanmar, nonostante ci sia stato il mese scorso il nuovo ordine di chiusura delle scuole di tutto il Paese, a Loikaw si e' ottenuto il permesso di continuare le nostre attività educative. Ma vi racconterò tutto meglio presto...”

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Filo diretto

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Wushwush, Etiopia

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Testimonianze di gratitudine che ci giungono dai responsabili dei progetti realizzati e che ci aiutano a capire che insieme si può contribuire realmente a rendere migliore il nostro mondo e a far rifiorire la speranza.

Prog. 2183/2019

Vaharai, Sri Lanka Prog. 2191/2019

I piccoli Menja possono andare a scuola

Un asilo fa miracoli

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esidero ringraziare ciascuno di voi per il sostegno alla scolarizzazione dei bambini Menja della Scuola Primaria “Dekiarasha Mamo”. Come sapete il popolo Menja è oggetto di pesanti discriminazioni e di isolamento sociale, che non fanno che aggravarne le condizioni di povertà. Per mancanza di mezzi economici e la marginalità in cui si trovano a vivere, per i bambini Menja andare a scuola era un sogno. Favorire la scolarizzazione di questi piccoli è il primo passo per promuovere l’integrazione e assicurare un futuro diverso a questi bambini e a questo popolo. La scuola, luogo di dialogo fra culture e religioni diverse, diventa così scuola di Pace, per formare adulti capaci di arricchirsi delle proprie diversità. Grazie a voi abbiamo potuto migliorare l’arredo delle classi con lavagne, banchi, cattedre e scaffali e fornire tutto il materiale scolastico necessario (zaini, penne, quaderni, libri, ecc.) ad ogni alunno. Per valutare l’impatto del progetto bisognerà attendere la fine dell’anno, ma sappiamo già che aver annullato i costi del materiale scolastico e migliorato le condizioni delle aule, quindi la qualità dell’offerta formativa, ha messo la parola fine all’abbandono scolastico che normalmente si verificava dopo il primo mese di scuola da parte degli alunni più poveri. Piccoli progetti, realizzati attraverso la generosità di tanti amici dal cuore grande, possono avere effetti immensi e importanti e seminare speranza nel futuro in tante vite. Per questo, a nome di tutta la comunità scolastica e del settore educativo del Vicariato Apostolico di Jimma Bonga, vi ringrazio e vi assicuro le nostre umili preghiere. Padre Samuel Yohannes

ari amici, voglio ringraziarvi perché grazie alla vostra generosità abbiamo potuto realizzare la scuola materna “St. Peter” per i bambini del villaggio di Vaharai, una delle mie parrocchie più povere. I continui conflitti etnici che sconvolgono da 30 anni questa parte del Paese, le calamità naturali che frequentemente colpiscono i nostri villaggi, non fanno che perpetuare le condizioni di miseria nelle quali vive la gente. A Vaharai risiedono 7165 famiglie con un elevato numero di orfani. Fra loro abbiamo 1226 vedove e molte sono mogli di emigrati che crescono da sole i propri figli. Per i bambini di Vaharai la possibilità di frequentare la scuola materna è importantissima. Infatti permette alle mamme o a chi si prende cura di loro di andare a lavorare, ma soprattutto perché inserirli precocemente a scuola favorisce il proseguimento dell’iter scolastico proteggendo i piccoli dal lavoro minorile e dalla condanna a restare analfabeti. La scuola “St. Peter” è un dono inestimabile per tutta la comunità. Il nuovo edificio ha due classi, una grande sala comune e le toilettes. Dal 15 gennaio 2020 ha aperto le sue porte non solo a 45 bambini della scuola materna ma anche a molti ragazzi poveri delle scuole primarie e secondarie che nel pomeriggio utilizzano la struttura per frequentare il doposcuola. Ringrazio di cuore tutti anche da parte delle famiglie e degli insegnanti, e a voi e ai vostri cari assicuro la nostra preghiera. Mons. Joseph Ponniah (Vescovo di Batticaloa)


Moudal, Cameroun Prog. 2188/2019

Lolo, R. D. Congo Prog. 2211/2020

Una scuola più grande

Una scuola tutta per loro

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ari amici, vi scrivo per inviarvi il più vivo ringraziamento per il sostegno da voi offerto per migliorare l’accesso alla scuola dei bambini di Moudal, un villaggio nell’Estremo Nord del Cameroun. In questa zona l’insicurezza legata agli attacchi sempre più frequenti dei fondamentalisti Boko Haram e la progressiva desertificazione legata ai cambiamenti climatici, stanno aggravando le condizioni di miseria della popolazione. La scuola, in mezzo a tanto orrore, rappresenta l’unica speranza per il loro futuro e assicura ai bambini un ambiente dove vivere la propria infanzia, ricevere un’educazione di qualità e almeno un pasto completo al giorno. Con il vostro appoggio abbiamo potuto terminare la costruzione della scuola, arredare le classi e assicurare uno stipendio dignitoso ai nostri insegnanti. Tutto questo ha contribuito a migliorare la qualità dell’insegnamento e ad aiutare a far comprendere alle famiglie l’importanza dell’istruzione per i propri figli. I genitori adesso sono più motivati a partecipare agli incontri organizzati dalla scuola e malgrado la loro povertà desiderano contribuire come possono alle spese scolastiche. Ringrazio tutti voi, cari amici, insieme ai bambini e alle loro famiglie e ai nostri insegnanti. Il Signore vi benedica e vi ricompensi! Suor Marie Luise Bounong

ari amici, grazie di cuore perché i piccoli di Lolo, dopo il pesante lockdown di questi mesi, potranno riprendere a frequentare la scuola materna “Boboto” in una scuola vera e tutta per loro. Come ricorderete, la scuola aperta a Lolo nel 1990 ha continuato a funzionare nel refettorio dell’ostello delle ragazze dell’Istituto Secondario Ebongisa, con notevoli disagi. Sebbene nella nostra provincia il coronavirus non sia arrivato, tutto si è fermato come nel resto del Paese aggravando la già drammatica situazione economica. Il finanziamento dell’OPAM è arrivato subito dopo l’inizio del lockdown e purtroppo il budget previsto per l’acquisto del materiale da costruzione, che deve arrivare via battello da Kinshasa, è triplicato permettendoci di costruire le 3 aule previste ma non l'ufficio della direttrice. Il 30 giugno 2020, data dell'indipendenza della Rep. Dem. del Congo, anche la scuola “Boboto” ha ottenuto la sua indipendenza ed ora, grazie voi, ha un bellissimo edificio tutto suo. Potete immaginare la gioia dei genitori, dei bambini e delle educatrici il giorno della consegna della scuola. L'edificio è molto bello e ha cambiato completamente il volto del paese. La comunità locale si è impegnata producendo i mattoni e fornendo i pasti agli operai del cantiere. Ed ecco il risultato ottenuto in tempi record. A nome di tutta la comunità, desidero esprimere il nostro sentito ringraziamento e assicurarvi la nostra preghiera. Suor Esther Nenge (Direttrice della Scuola)

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Tam tam NOTO: 10 ANNI CON L’OPAM NEL CUORE

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uest’anno “Ho a cuore l’OPAM” ha spento la sua decima candelina. L’Associazione Maestri Infioratori di Noto ha realizzato il nuovo tappeto di sale dedicato all’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo per rinnovare ancora una volta e vivere fondamentalmente un’esperienza a sostegno della solidarietà e anche della creatività. Travagliata e tormentata l’edizione 2020, ha visto gli organizzatori timorosi per l’attuazione in sicurezza della manifestazione. L’esperienza di quest’anno è sicuramente stata inconsueta, per l’eccezionale situazione vissuta da tutto il mondo (pandemia di Covid-19), per la particolare e straordinaria strada che per la prima volta ha ospitato l’evento (Via Montuoro, adiacente alla Cattedrale), per il singolare bozzetto proposto (il continente africano seminascosto da una mascherina e circondato dal virus) e realizzato straordinariamente in misura ridotta e nell’unica serata di sabato 8 agosto 2020. L’inaugurazione è avvenuta domenica 9 agosto alla presenza del presidente dell’OPAM, don Robert Kasareka Ngongi, e della sottoscritta quale presidente dell’Associazione Maestri Infioratori, del sindaco Corrado Bonfanti e dell’assessore al Turismo Giusi Solerte. È partita anche la raccolta di beneficenza legata alle mascherine realizzate artigianalmente dalla socia OPAM Cettina Alescio con tessuti africani. A causa dell’incremento dei contagi nel periodo agostano, la

raccolta, tradizionalmente accanto al tappeto di sale, è stata sospesa in presenza, per prevenire ed evitare qualsiasi forma di diffusione del coronavirus. È però continuata e prosegue ancora adesso tra amici e conoscenti che desiderano collaborare prenotando (con gli Amici dell’OPAM di Noto o su FB con i Maestri Infioratori di Noto) le originali protezioni individuali colorate e vivaci. Rinviata anche l’apertura pubblica del salvadanaio. Al momento, infatti, si registra ancora una grande adesione di persone che partecipano attivamente. Successivamente saranno comunicati sui media la data e il luogo relativo alla conta di quanto raccolto. Oriana Montoneri


Tam tam TERRASINI: COLORIAMO INSIEME

utto è nato dalla santa inquietudine del cuore. Come e cosa fare in un tempo che ci costringe al distanziamento che spesso sconfina con l’isolamento? Come aiutare i nostri piccoli che più di tutti sembrano soffrire di questa situazione? Arriva un invito dal Comune a tutte le associazioni per partecipare all’organizzazione dell’Estate di Terrasini. E stato cosi che per tutto il mese di Agosto i volontari dell'OPAM hanno accolto al parco giochi comunale tutti i bambini, molti dei quali provenienti da diverse città italiane e straniere, per farli riflettere, attraverso il gioco, la narrazione e i disegni, sull’importanza della scuola. E’ stata un’esperienza che nella sua semplicità ha entusiasmato le famiglie. Non è facile trovare un’accoglienza calorosa e amorevole entrando in un parco giochi comunale... e una proposta ludicoeducativa per giunta assolutamente gratuita! E' stato un dono

reciproco per noi e per tutti i bambini che vi hanno partecipato. Un’opportunità feconda anche per presentare e far conoscere l’OPAM. Ringraziamo l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Giosuè Maniaci. Ringraziamo i volontari per il tempo dedicato a questo progetto. E infine ringraziamo tutte le famiglie che hanno aderito all’iniziativa, donando così un’opportunità preziosa ai propri bambini. La gioia più grande è stata la visita a sorpresa del Presidente dell’OPAM, Don Robert Kasereka Ngongi, che con la sua dolcezza e la sua capacità di parlare al cuore ha condiviso colori ed emozioni con i piccoli artisti in erba. Il tutto nella semplicità: piccoli gesti ma tanti semi di bene per colorare d’Amore il grigiore di questo tempo difficile... Grazie!!! Piera Maniaci e i volontari del Gruppo Amici OPAM di Terrasini

Con grande commozione comunichiamo che il 27 settembre, all'età di 90 anni, è tornato alla Casa del Padre Mario Sgarbossa, giornalista e scrittore, direttore del nostro giornale, socio e fedele amico dell'OPAM. Facciamo nostre le parole che accompagnano la sua immagine ricordo: "Mario... un puro di cuore che ha vissuto sempre nell'autenticità, nella rettitudine, nella trasparenza. Una vita spesa al servizio della verità, della bontà, della generosità del suo cuore nella consapevolezza che la vita è dono. Instancabile e operoso ha cercato nelle sue opere d'arte il cammino verso il Cielo perché possedeva già dentro la bellezza dell'umiltà, l'intimità e lo slancio verso Dio, scrutando la sua volontà per abbracciarla e camminare con Lui. La sua essenzialità come stile di vita, ci ha insegnato che la felicità non è da ricercare nella mondana superficialità ma in un'esistenza vissuta nella bellezza della quotidianità. Ci accompagnerà nel ricordo il suo sorriso benevolo di padre, compagno di vita della dolcissima M. Rosaria, di prezioso amico e grande uomo e la sua generosa disponibilità come grande esempio di vita e coerenza (Donatella V.)" A nome di tutti gli amici dell'OPAM e dei milioni di piccoli di tutto il mondo che ha servito con amore e dedizione in questi lunghi anni di collaborazione, porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia e chiediamo a Mario di continuare dal Cielo a pregare per tutti noi. ADDIO amico buono e fedele.

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Questo dono racchiude il sogno di tanti bambini di andare a scuola. Appeso al tuo albero può ora diventare realtà. PER PRENOTARE LA TUA PALLINA CONTATTACI ENTRO L’8 DICEMBRE. LA RICEVERAI A CASA TUA, CON UNA DONAZIONE A PARTIRE DA 5 EURO!

cod. fiscale 80192470583 IMPORTANTE

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graziamenti per eventuali donazioni. Essi saranno custoditi presso i nostri archivi informatici. Lei ha diritto ad accedere liberamente alle informazioni che la riguardano per aggiornarle e modificarle rivolgendosi al responsabile presso la nostra sede (In base al Regolamento UE 679/2016 sulla protezione dei dati (GDPR), in vigore dal 25 maggio 2018).

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O.P.A.M. - Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ONLUS. Mensile di informazione - Direttore: Robert Kasereka Ngongi Direttore Responsabile: Laura Malandrino - Redazione: Anna Maria Errera, Fabrizio Corti, Carla Degli Esposti, Michele Lambiase, Franco Di Tella - Autorizz. del Tribunale di Roma n. 14589 del 7-6-1972. Grafica: Stefano Carfora. Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma, Tel. 06.4393933

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